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16 NOVELLE UKRAINE


Il carro, coi passeggieri che ci son noti, salì sul ponte e il fiume si scoperse in tutta la bellezza maestosa, come un cristallo d’un sol pezzo. Il cielo, i boschi verdi, gli uomini, i carri, le pentole, i molini, tutto stava o camminava capovolto e colle gambe all’insù, senza cadere nella magnifica profondità azzurrina.

Guardando tutte queste cose, la nostra bella si fece pensierosa e abbandonò perfino i semi di girasole che aveva rosicchiati fino allora, con molta devozione, per tutta la strada.

A un tratto l’esclamazione: «Oh, che bella ragazzina!» le fecero girar gli occhi indietro, dove, fra un gruppetto di giovani, ce n’era uno, col cappello bigio di pecora di Astrakan, vestito di una graziosa svita1 bianca, che guardava arditamente tutti coloro che passavano. Non ostante fosse un po’ abbrunito dal sole, era sì bello e così pieno di simpatia il volto di quel giovinotto, e sì ardenti erano i suoi sguardi, che ella non potè fare a meno di fissarlo per un poco, e di abbassar poi gli occhi pensando che quelle parole erano state pronunciate, forse, per lei.

– Che graziosa ragazzina! – seguitava a dire il giovinotto dalla svita bianca, sempre guardandola. – Darei tutto quel che possiedo per baciarla. Peccato che abbia il diavolo accanto!

Le risa scoppiarono dappertutto a tale complimento. Il quale però non andò a garbo alla sgargiante matrigna, che colle guance in fuoco, dette la via a uno scoppio di epiteti poco lusinghieri per l’allegro giovane.

– Dio voglia che tu muoja strangolato, vagabondo maledetto! Che caschi una pentola sulla testa di tuo padre! Dio faccia che e’ si rompa il collo sul ghiaccio, anticristo maledetto; e che il diavolo gli arrostisca la barba nell’altro mondo!

– Senti come bestemmia! – rispose il giovane guardandola a occhî spalancati e sbalorditi. – Come fa a non impiagartisi la lingua, pezzo di strega di cent’anni, a parlare così!...

– Di cent’anni? – colse a volo la bellezza stagio-

  1. Specie di blusa.