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14 NOVELLE UKRAINE


Di questo splendore vibrava e ardeva una giornata calda d’agosto del milleottocento... milleottocento... sì, sarà una trentina d’anni, quando a dieci verste da Sorocinzi era un rigurgitare, un urtarsi, uno svariare di popolo affluito per la fiera da tutti i villaggi circonvicini. Fin dalle prime ore del mattino passava una fila sterminata di ciumaki1, con provvista di sale e pesce, sui quali le pentole ammonticchiate sotto il fieno si movevano adagio adagio, come annojate della loro buja prigione. Qua e là, però, qualche conca o pentola dipinta mostrava lo sfolgorio de’ suoi colori agli amatori del lusso. Molti passeggeri invidiavano quel pezzo d’omone del pentolajo, che camminava a passo tardo dietro a questi suoi tesori, coprendo a quando a quando gli zerbini e le civettuole di creta più in vista con una manata di fieno morale. Un carro trascinato da due bovi stanchi, con sopravi sacchi, canapa, tela, masserizie domestiche, si teneva in disparte. Dietro seguiva il proprietario vestito con una blusa di lino molto pulita e con un pajo di calzoni di tela molto sporchi. Col gesto affaticato della mano si asciugava il sudore che gli colava giù pel viso abbronzato, fin sui baffi impolverati da quel parrucchiere inesorabile, che da tanti migliaja d’anni incipria per forza i belli e i brutti di tutto il genere umano.

Presso lui, legata dietro il carro, camminava una cavalla di età avanzata.

Molti, e specialmente i giovani, raggiungendolo e oltrepassandolo lo salutavano con rispetto, non tanto per i suoi baffi grigi e per la gravità del suo aspetto, quanto per una ragione che poteva sapersi alzando gli occhi verso il carro. Sul quale un visino rotondo di bella ragazzina, dallo splendore quieto e bruno degli occhi, sui quali incurvavansi due perfetti archi di sopracciglio, dal sorriso di due labbruzzi di rosa, dalle lunghe treccie adorne di nastri rossi e azzurri e di fiori di campo, formava un quadro meraviglioso.

Ogni cosa attirava l’attenzione di questa giovinetta: tutto le pareva strano e nuovo... e i suoi occhî vispi fuggivano da un luogo a un altro senza riposo.

  1. Barrocci e veicoli campestri.