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NOVELLE UKRAINE



LA FIERA DI SOROCINZI



I.

Come è inebriante e sfolgorante una giornata estiva nella piccola Russia! Di che afa languida sono pervase le ore, quando mezzogiorno arde nella calma e i gorghi di azzurro, infiniti, stesi in vòlta incandescente, pajono volere abbracciare e stringere la terra e dormire poi annegati di voluttà. In cielo nemmeno una nube, non una voce ne’ campi. Tutto morto. In alto, lontano, sperduta nell’azzurro, si vibra la lodoletta e la sua canzone argentina scende sino alla terra amorosa. Poi, qualche volta, lo schiamazzo della pavoncella e il grido sonoro della quaglia echeggiano nella steppa. Fiacche e spensierate, come chi cammina senza mèta, si elevano le ombrose querce, e il sole affocando e irraggiando pittorescamente alcune masse di frasche, avvolge le altre in un’ombra nera come la notte, dalla quale il vento sprizza e volteggia l’oro. Gli smeraldi, i topazi, gli zaffiri degli insetti eterei piovono su gli orti screziati e ombrati dagli snelli girasoli. Il fieno accatastato... le spiche bionde del grano che si accampano nella vasta pianura e si dilungano all’infinito... i rami de’ ciliegi, de’ susini, de’ meli e de’ peri che si inchinano sotto il peso della frutta... il cielo assorto nella contemplazione della propria imagine entro l’acqua del fiume dalle rive redimite di verdura... tutto è inebriante e voluttuoso nei giorni estivi della piccola Russia.