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NOVELLE | 89 |
dire che i Liakhi1 voglian costruire una fortezza da sbarrarci la via dei zaporoghi. Voglia Dio che sia vero... lo spazzerò presto quel nido del diavolo, appena corre voce che vi sia un rifugio. Brucerò il vecchio stregone in maniera che non ne resti briciola pel rostro dei corvi. Credo però ch’egli abbia oro e ricchezze... Ecco dove vive quel demonio... Ecco, noi voghiamo vicino alla croce... È un cimitero. Qui si putrefanno i suoi avi impuri. Dicono ch’eran tutti pronti a vendersi a Satana per danaro, anima, corpo e zimarre e brandelli. Se ha davvero dell’oro, non c’è tempo da perdere; non ogni dì vien ricchezza da guerra...
— So quel che pensi di fare; un incontro con lui non mi presagisce niente di buono. Ecco, già ti si aggrava il respiro, già gli occhi son truci, già aggrotti le ciglia minacciose...
— Taci, donna! — disse Danilo crucciato: — chi discute con femmine diventa femmina a sua volta. Garzone, dammi foco dalla pipa...
Si volse a uno de’ rematori, il quale tolse un pizzico di brace dal fondo della sua pipa e la mise in quella dei padrone.
— Avrò dunque paura d’uno stregone? — continuò il pan Danilo. — Un cosacco, mercè di Dio, non teme nè diavoli nè frati. Staremmo freschi ad ascoltar le femmine! Non è vero, giovinotti? È femmina per noi la nostra pipa, è femmina la sciabola affilata.
Caterina tacque è gittò l’occhio sull’acqua dormente; ma allora il vento l’increspò, e tutto il Dnepr s’inargento come pelliccia di lupo nel mezzo della notte.
La barca virò di bordo e cominciò a costeggiare la riva boscosa; si vide di lì a poco un camposanto, ove si accavalcavano moltitudini di croci antiche; fra loro non cresceva viburno, non appariva verde di sorta: solo, la luna le rischiarava dall’alto del cielo.
— Udite grida, ragazzi? C’è qualcuno che chiede aiuto... — disse il pan Danilo volgendosi ai rematori.
— Sentiamo grida, che vengono, a quanto pare, da questa parte, — risposero insieme i giovinetti, additando il cimitero.
- ↑ Liakhi: polacchi.