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N O V E L L E | 39 |
In questo, s’intese un fruscio dietro l’uscio; l’uscio si aperse; e un contadino, senza levarsi il berretto, passò la soglia e rimase là, nel mezzo della stanza, come assorto in pensieri, a bocca aperta, a guardare il soffitto.
Era Kalenik di nostra conoscenza.
— Eccomi a casa! — disse mettendosi a sedere sulla panca vicina all’uscio e senza punto badare alle persone presenti. — Quel figlio del demonio mi ha allungata la via. Cammini, cammini, e non arrivi mai; le gambe par che me le abbia rotte qualcuno. Dammi, vecchia, il pelliccione1, che me lo stenda su. Costì, vicino a te, sulla stufa, non ci vengo; per dio, non ci vengo. Mi fan male, troppo male le gambe. Dammela; è là, vicino ai santi. Bada però di non rovesciare il vaso del tabacco; orsù, no; non toccarla, non toccarla; tu hai da essere briaca, oggi; smetti; vengo a prenderla da me.
Kalenik si sforzò per alzarsi; ma una forza irresistibile lo inchiodò sulla panca.
— Niente imbarazzo! — disse il Capo: — lui è in casa altrui e vi comanda come nella propria. Cacciatelo fuori, subito!
— Lo lasci star là, compare, — esortò il distillatore, trattenendolo con la mano: — codesto è un uomo prezioso; e, più ce ne saranno di simili, e più la distilleria farà cammino...
Ma non diceva questo per bontà di animo; il distillatore era superstizioso; credeva che il cacciar via un uomo appena entrato, porti disgrazia.
— E che sarà quando verrà la vecchiezza? — grugniva Kalenik, stendendosi sulla panca. — Fossi almeno briaco; ma io briaco non sono, no; non son briaco. Son pronto a sostenerlo innanzi al Capo in persona. Che m’importa del Capo? Crepi pure, quel figlio di cane. Io gli sputo in faccia. Gli passi sopra l’aratro, a quel guerciaccio del demonio! Perchè lui inaffia la gente gelata...
— Va’, va’; lasciati entrare il porco in casa; e, lì per lì, ti mette le zampe sul desco, — disse il Capo, alzandosi crucciato. Ma nell’un tempo un ciottolone, mandando in pezzi la finestra, venne a cadergli ai piedi. Il Capo si
- ↑ Tulup: pelliccia di pecora o di agnello, la cui lana è nell’interno.