Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
NOVELLE | 211 |
tacolo gli parve che ogni cosa gli turbinasse davanti agli occhi, e a stento potè reggersi in piedi; ma decise, tutto tremante come colto da febbre, di aspettare il ritorno di quel signore nella vettura.
Infatti, dopo due minuti, il naso riapparve. Era in uniforme, ricamato in oro, con un collettone saliente, con calzoni in pelle di camoscio e la spada a fianco. Dal cappello piumato si poteva arguire che aveva il grado di consigliere di Stato1. Dal vestito, era evidente che andava facendo visite: guardò da ambo i lati; gridò al cocchiere: «Via!», e se ne andò.
L’infelice Kovalev si sentì impazzire. Non sapeva che pensare di un fatto così inaudito. E davvero, come era possibile che un naso, il quale il giorno prima campeggiava sulla sua faccia, e non poteva andarsene o camminare, fosse ora in uniforme? Inseguì la vettura, che fortunatamente non andava lontano, e che si fermò dinanzi al Gostini Dvor2.
Si affrettò, e si cacciò fra una turba di mendicanti, dalle facce nodose, che avevan buchi per occhiaie, della qual cosa egli si burlava un tempo. V’era poca gente: Kovalev si trovava in tale smarrimento d’idee, che non sapeva decidersi a nulla; cercò il signore in ogni canto; lo scorse alla fine, in piedi, davanti a un banco. Il naso gli nascondeva completamente il viso nell’alto colletto saliente, e osservava alcune mercanzie con profonda attenzione.
— Come avvicinarlo? — pensava Kovalev. — Da tutta la persona, dalla divisa, dal cappello, si vede chiaro ch’è un consigliere di Stato. Se sapessi come fare!...
Cominciò dal tossire, a tratti, intorno al consigliere di Stato; ma il naso non lasciò per un istante solo il suo atteggiamento.
— Signore, – disse Kovalev, tentando in sè di darsi coraggio: — signore...
— Che desidera? — domandò il naso volgendosi.
— Trovo sorprendente, signore... mi sembra che... lei debba conoscere il suo posto. E io la trovo d’improvviso, dove?... capirà.