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in generale, da tutti quelli che han le guancie paffute e rubiconde e che giuocano al boston a meraviglia: questi favoriti dalla metà della guancia van diritto sino al naso. Il maggiore Kovalev portava indosso addirittura una collezione di piccoli suggelli in corniola, con stemmi, o con la scritta; mercoledì, giovedì, lunedì, ecc. Era venuto a Pietroburgo, massime per trovare un posto adatto al suo grado, posto di vice governatore, a potervi riuscire, o magari, di usciere in qualche bella amministrazione. Il maggiore Kovalev non era ostile al matrimonio, solo a patto che la sposina portasse con sè una dote di duecentomila rubli. Ed ora il lettore giudichi da sè qual fosse lo stato del maggiore quando nel posto del naso abbastanza grazioso e ben proporzionato, non si vide che taglio netto e schiacciato.

Disgraziatamente, non compariva neppure un cocchiere per la via; onde fu costretto ad andare a piedi, avvolto nel mantello e col viso coperto da un fazzoletto, come chi sanguini dal naso.

— Ma non sarà forse che una illusione; è impossibile che mi sia caduto il naso così, stupidamente, — pensò.

E se ne andò in una dolceria per guardarsi nello specchio. Fortunatamente non vi si trovava nessuno; alcuni ragazzi scopavano la sala e davan ordine alle sedie; altri, con gli occhi ancora sonnacchiosi, portavan paste calde nei panieri; sui tavolini e sulle sedie giacevano i giornali del giorno avanti macchiati di caffè.

— Orsù! Grazie a Dio, non c’è nessuno, — disse: — ora posso vedermi a dovere.

Andò timidamente allo specchio, e guardò.

— Solo il diavolo sa cosa sia quest’orrore! — esclamò dopo aver sputato. — Fosse rimasto almeno qualcosa al posto del naso! Ma non v’è proprio niente!

Mordendosi le labbra pel raccapriccio, uscì dalla dolceria; e, contro le sue consuetudini, risolse di non guardar nessuno e di non sorridere ad anima viva. D’improvviso, si fermò, come impietrito. Sulla porta di una casa... inanzi agli occhi gli comparve una apparizione inesplicabile: una carrozza si fermò vicino alla scalea; si aperse lo sportello, e ne uscì, curvandosi, un signore in divisa, che salì in fretta la gradinata. Quale non fu lo spavento e nell’un tempo lo stupore di Kovalev, riconoscendo in quello il proprio naso! Innanzi a quel singolarissimo spet-