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NOVELLE 207

lare poi per un’altra via. Ma disgraziatamente, ecco incontrare una conoscenza che si mette a dimandargli: Dove vai? Chi vai a radere così di buon’ora?». In questa guisa Ivan Iakovlevic non potette profittar lì per lì di un solo minuto. Due volte, poi, riesci a far cadere il naso; ma una guardia gli fe’ cenno di lontano con Palabarda e gli gridò: Raccogli; ti è caduta qualcosa».

E Ivan Iakovlevic fu costretto a raccogliere il naso e ricacciarselo in tasca. Fu colto da disperazione, tanto più che la folla andava sempre più crescendo nella via, a mano a mano che si aprivano i magazzini e le botteghe.

Decise di raggiungere il ponte Isaakev: forse, là, avrebbe avuto agio di gettare il naso nell’acqua della Nevà.

Ma io ho commesso il fallo di non avervi ancor detto nulla su quel ch’era Ivan Iakovlevic, uomo eminente sotto diversissimi aspetti.

Ivan Iakovlevic, come ogni artiere russo che si rispetti, era un ubriacone inveterato, e sebbene radesse tutti i giorni le barbe altrui, non radeva quasi mai la sua. La sua marsina (giacchè Ivan Iakovlevic non andava mai in gabbano) era bigiastra, o meglio, era nera con macchie giallocannella, e bigia; il collo lucido di grasso, e al posto de’ tre bottoni, penzolavano ancora i fili attorcigliati. Ivan Iakovlevic era cinico addirittura: quando l’assessore di collegio Kovalev gli diceva, secondo il solito, mentre lui lo radeva: «Ti puzzan sempre le mani, Ivan Iakovlevic», lui rispondeva: «Perché puzzerebbero?». «Non so, fratel mio, ma puzzano», ripeteva l’assessore di collegio Kovalev; e Ivan Iakovlevic, annusata una presa, gl’insaponava poi le guancie, sotto il naso, dietro le orecchie, sotto il mento, ovunque, in una parola, credesse conveniente.

Questo onorando cittadino giunse alla fine sul ponte Isaakev. Gettò un’occhiata intorno, si avvicinò poi alla balaustrata come per veder se sotto il ponte passassero molti pesci; e, adagio adagio, vi gettò il pannolino col naso.

Gli parve esser liberato dal peso a un tratto di dieci pudi1 sulla persona. E sorrise, persino. Invece poi di andarsene a radere la barba agl’impiegati, entrò in uno stabilimento con l’insegna: «Cibi e tè», e chiese un bic-

  1. Pud: misura di peso, che vale 10 chilogrammi e mezzo.