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Quando il messaggero ritornò con la notizia che, subito dopo l’udienza, il povero piccolo funzionario era morto, il direttore generale ebbe rimorso di coscienza e rimase tutto il giorno immerso nelle nere idee.

Per scacciare le spiacevoli impressioni, andò, verso sera, da un amico, dove sperava incontrare una lieta brigata, e specialmente funzionari del suo grado, così da non sentirsi a disagio.

Infatti si trovò presto liberato dai pensieri melanconici, si animò, prese fuoco, si unì alla conversazione come se niente fosse, e passò una bellissima serata.

A cena bevette due bicchieri di sciampagna, ciò che, come si sa, è un eccellente mezzo di ricuperar l’allegria. Sotto l’influenza della bevanda spumante, ebbe l’idea di non ritirarsi subito, e di andare a visitare un altro amico che non vedeva da un pezzo.

Salì nella slitta e diede al cocchiere l’indirizzo.

Accuratamente avvolto nel mantello, era nel più piacevole stato che un russo possa desiderare di trovarsi, nello stato ove lo spirito si culla in un circolo di pensieri uno più incantevole dell’altro. Ricordava la compagnia che aveva lasciato, tutti i discorsi arguti che aveva uditi e che ripeteva a bassa voce con piccoli scoppi di risa.

Di tratto in tratto era turbato nelle sue meditazioni da un violento colpo di vento che l’assaliva bruscamente, voltando un angolo di via, e gli lanciava sul viso un turbine di neve. La tramontana penetrava sotto il mantello, lo gonfiava come una vela, obbligandolo a impiegar tutte le forze per tenerlo sulle spalle.

D’improvviso, si sentì afferrare al colletto da una mano potente. Si volse e scorse un ometto vestito con una vecchia uniforme, Ravvisò con spavento le fattezze di Akaki, ma queste fattezze erano pallide, livide, emaciate, come quelle di un morto.

— Finalmente ti tengo... Posso prenderti per il colletto... voglio la mia uniforme! Tu non ti sei curato di me quando avevo bisogno; ti sei imaginato che avevi soltanto a colmarmi di male parole. Rendimi la mia uniforme!

L’alto funzionario si sentì soffocare. Nei suoi uffici, inanzi ai subordinati, era un uomo di aspetto imponente; non aveva che alzar gli occhi su d’un inferiore per-