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avevano già dato la loro quota a due sottoscrizioni anteriori: la prima per far fare il ritratto del loro direttore, la seconda per abbonarsi a un’opera che un amico del loro capo aveva pubblicata.
Uno d’essi che aveva realmente compassione d’Akaki, volle, in mancanza di meglio, dargli un buon consiglio. Gli disse che sarebbe pena perduta il ritornare dal commissario del quartiere, perchè, supponendo che il funzionario avesse la fortuna di ritrovare l’uniforme, la polizia la serberebbe finchè il consigliere titolare dimostrasse perentoriamente di esserne il vero e solo proprietario. Lo esortò dunque a dirigersi a qualche personaggio altolocato, il quale personaggio altolocato, grazie ai suoi buoni rapporti con le autorità, condurrebbe l’affare prontamente.
Nel suo smarrimento Akaki si decise a seguire questo consiglio. Quale fosse la posizione gerarchica occupata da quest’alto personaggio e qual’era il suo grado di elevazione nella gerarchia, non si potrebbe dire. Tutto ciò che si sapeva, era che quest’alto personaggio era giunto da poco al suo alto impiego. Vi erano, è vero, altri personaggi collocati ancora più in alto e il funzionario in questione metteva in opera tutte le leve possibili per poter salire anche lui ancora più in alto. In compenso, obbligava tutti gli impiegati al di sotto di lui ad attenderlo in basso della scala e nessuno poteva giungere sino a lui direttamente. Il segretario del collegio faceva parte della domanda d’udienza a un segretario di governo che a sua volta trasmetteva la domanda a un alto funzionario, che finalmente la comunicava all’alto personaggio.
È il cammino ordinario degli affari nella nostra santa Russia. Il desiderio di fare come gli alti funzionari, fa che tutti scimmiottino le maniere del superiore. Non è molto, un consigliere titolare divenuto capo d’un piccolo ufficio, fece metter in una stanza un cartello con queste parole: Sala delle deliberazioni. Ivi se ne stavano dei servi col colletto rosso, l’abito ricamato, per annunciare i postulanti che introducevano nella sala tanto piccola che vi era giusto il posto per una sedia.
Ma ritorniamo al nostro alto personaggio. Aveva l’aspetto imponente, ma un po’ imbarazzato: il suo sistema si riassumeva in una parola: Severità, severità, severità. Ripeteva questa parola tre volte, una dopo l’altra, e l’ul-