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uniforme. Quest’assalto smarrì del tutto il bravo consigliere titolare. Ma nel fondo del cuore gioiva per le congratulazioni prodigate al suo prezioso vestito. Subito dopo, i colleghi gli resero la libertà e ripresero la partita di whist.
Quest’agitazione, l’eccitamento, l’animazione del conversare, turbarono il timido Akaki sino al più alto grado: non sapeva dove metter le mani, dove nasconderle; finalmente, sedette vicino ai giuocatori, guardando ora le carte, ora i visi, poi sbadigliò, perchè sentiva che da molto era passata l’ora ch’egli aveva l’abitudine di coricarsi. Volle ritirarsi, ma lo trattennero, dichiarandogli che non poteva allontanarsi senza aver bevuto un bicchiere di sciampagna per celebrare quel giorno memorabile.
Servirono la cena, composta di brodo freddo, vitello freddo, dolci e diverse pasticcerie, il tutto accompagnato da pseudo sciampagna. Akaki si vide obbligato a vuotar due gran bicchieri di questo liquido spumante, e poco dopo intorno a lui ogni cosa prese un aspetto giocondo. Però non dimenticava che mezzanotte era passata e che egli avrebbe dovuto esser a letto da parecchie ore.
Temendo d’esser ancora trattenuto, scivolò furtivamente nell’anticamera, dove ebbe il dolore di veder l’uniforme per terra. La scosse con la più gran cura, l’indossò, e via.
Le strade erano ancora rischiarate. Le piccole bettole frequentate dai domestici e dal popolo erano ancora aperte: alcune eran già chiuse, ma dalle lampade, che si vedevano al di fuori, era facile indovinare che gli avventori non erano ancora partiti.
Tutto allegro e quasi ebro, Akaki Akakevic prese la via di casa. A un tratto s’accorse ch’era in una via dove di giorno e ancor più di notte tutto era silenzioso. Intorno a lui ogni cosa aveva un aspetto sinistro. Qua e là un fanale, che per mancanza d’olio, minacciava di spegnersi, case di legno, palizzate, ma in nessun luogo un’anima viva. Alla pallida luce di questo fanale, le piccole costruzioni s’allineavano tristamente. Giunse a un luogo dove la via sboccava in un’immensa piazza appena fiancheggiata, dall’altra estremità, con alcune case, e che offriva l’aspetto d’un vasto e lugubre deserto.
Lontano, Dio sa dove, vacillava la luce di un lampione che rischiarava un casotto, il quale gli parve in capo al