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chè lo prendevano per le braccia e gli impedivano di scrivere, egli diceva:
— Via, lasciatemi stare! Perchè volete assolutamente disturbarmi nel mio lavoro?
E vi era qualcosa di singolarmente commovente in queste parole e nella maniera che le pronunziava.
Un giorno accadde che un giovinotto, il quale aveva appena ottenuto un impiego all’ufficio, spinto dall’esempio degli altri, volle rider come loro alle sue spalle; si trovò a un tratto inchiodato al suolo da quella voce; tanto che d’allora guardò il vecchio impiegato con tutt’altro occhio.
Si sarebbe detto che una potenza soprannaturale l’allontanasse dagli altri colleghi, che aveva imparato a conoscere, e che sulle prime aveva preso per gente da bene e educata. Ora provava per loro una vera ripugnanza. E molto tempo dopo, fra le più allegre brigate, aveva sempre sotto gli occhi l’imagine del piccolo consigliere titolare, dalla fronte calva, e udiva risuonarsi alle orecchie:
— Via, lasciatemi stare! Perchè ci tenete assolutamente a disturbarmi nel mio lavoro?
E con queste parole ne udiva altre:
— Non sono vostro fratello?
Il giovinotto nascose il viso fra le mani e riflettè ai pochi sentimenti veramente umani che vibravano nel cuore dell’uomo, e quanto la crudeltà e la rudezza sia un’abitudine in quelli che ricevettero una buona educazione; anche nelle persone che passano generalmente per buone e stimabili.
Non v’è luogo ove si sarebbe trovato un impiegato che adempiesse ai suoi doveri con tanto zelo quanto il nostro Akaki Akakevic. Che dico? zelo?... egli lavorava con amore, con passione.
Quando copiava degli atti officiali, vedeva aprirsi innanzi un mondo tutto bello e tutto ridente. Il piacere che provava gli si leggeva sul viso. Vi erano dei caratteri che egli dipingeva nel vero senso della parola, con particolare sodisfazione; quando giungeva a un punto importante, diveniva altro uomo: sorrideva, gli occhi scintillavano, le labbra si piegavano, e quelli che lo conoscevano potevano indovinare dalla sua fisionomia che lettere modellava in quel momento.
Se fosse stato pagato secondo il suo merito, si sarebbe inalzato, certo con viva sua sorpresa, forse al grado di con-