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tu sei il re di Spagna, te ne toglierò la voglia». Ma io, sapendo che quella era solo una prova, ho risposto con un rifiuto. Allora il cancelliere mi ha percosso due volte la schiena con un bastone e così forte che stavo per gridare; ma mi trattenni ricordando che quello è un uso cavalleresco adoperato nel ricevimento per l’assunzione ad alti gradi; la Spagna, in fatto, ha conservato sino ad ora le costumanze cavalleresche. Rimasto solo, risolvetti di occuparmi d’affari di governo. Ho scoperto che la Cina e la Spagna sono una sola, unica terra, e che solo per mera ignoranza esse son considerate come Stati differenti. Consiglio a tutti di scrivere sulla carta Spagna», e ne uscirà «Cina». Tuttavia, un fatto mi ha profondamente contristato, fatto che deve avvenir domani. Domani, alle sette, si compirà uno spaventevole avvenimento: la terra crollerà sulla luna. Il celebre chimico inglese Wellington ha scritto sull’argomento. Lo confesso: ho provato una stretta al cuore, quando mi son figurato la singolarissima delicatezza della luna e la lieve solidità. La luna, in effetto, è di solito fatta in Amburgo ed è fatta malissimo. Resto attonito che l’Inghilterra non vi badi. Essa è fatta da un bottaio zoppo, ed è evidente che lo scemo non abbia alcuna nozione sulla luna. Egli mischia una corda di resina e una parte di olio di olive; onde, su tutta la terra, un tanfo tale da doversi turare il naso. E di là deriva anche che la luna è un globo tanto fragile che la gente non vi può vivere, e ora vi vivono solo nasi. Ed ecco perchè noi non possiamo vedere i nostri nasi; perchè sono tutti nella luna... Quando ho pensato che la terra, pesante com’è, sedendosi, può ridurre i nostri nasi in farina, allora sono stato preso da tale ansia, che, dopo aver messo calze e scarpe, mi son gettato verso la sala del Consiglio di Stato, per dar ordine alla polizia d’impedire alla terra di sedersi sulla luna... I grandi tosati, che trovati in folla nella sala del Consiglio di Stato, son gente assennatissima, e quando ebbi detto: «Signori, salviamo la luna, poichè la terra vuol sedervisi su», a un tratto essi si slanciarono ad eseguire il nostro regale desiderio, e in gran numero si arrampicarono a un muro per afferrar la luna; ma, in quel momento, entrò il Gran Cancelliere. A questa vista, tutti scapparono. Io solo restai, come re. Ma con sommo stupore, il Cancelliere mi percosse col bastone e mi scacciò nella cella. Tanto potere hanno in Ispagna le costumanze nazionali.