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generale o a un gentiluomo di camera. Ma sei ricco, molto ricco? chiedi la sua mano, e allora eccoti scomparire il gentiluomo di camera e il generale. Lo trascini il diavolo!...

Io vorrei diventar generale, non per chiedere la sua mano e il resto, no; vorrei esser generale per veder come sarebbero estasiati, e come userebbero tutte le astuzie, tutte le arti cortigianesche, e per dir loro poi che io sputo sopra entrambi. Oh, diavolo, quant’è seccante! Ho strappato a pezzettini le lettere di quella stupida cagna!

3 decembre

Non può essere! Son frottole! Non vi sarà matrimonio. Su via! Che vuol dire esser gentiluomo di camera? E nient’altro che una dignità, ove non è cosa visibile che si possa toccar con mano. In fin delle fini, pel solo fatto che colui è gentiluomo di camera, non ha aggiunto un terzo occhio in fronte. Il suo naso non è d’oro, ma è come il mio, come quello d’ognuno; e con quel naso annusa, non mangia, starnuta e non tossisce. Varie volte ho voluto scrutare onde derivino tutte codeste varietà. Perchè io sono consigliere titolare? Onde avviene? Può essere benissimo ch’io non sia punto consigliere titolare. Forse son conte, son generale, e, solo in apparenza, son consigliere titolare. Forse non sono quel che credo di essere. Quanti esempi di ciò nella storia! Un uomo comune, neppur nobile, semplicemente borghese o addirittura contadino, a un tratto si scopre gentiluomo o barone o qualcosa di simigliante.

Se da un contadino può venir tanto, che può venire da un nobile? D’improvviso, per esempio, io arrivo in divisa di generale... ho sulla spalla destra una spallina, sulla sinistra una spallina, e a mo’ di croce un nastro azzurro. Ebbene? In che tono canterà la bella, allora? che dirà lo stesso babbo, il nostro Direttore? Oh, quello lì, è un solennissimo ambizioso; è... un framassone, certo un framassone; e sebbene lui finga costi e colà, io ho subito scoperto che è

(1) Nono grado del cin.