Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/141

NOVELLE 139

tra qualcosa di duro. La vanga crocchia sonando, e non va oltre. Allora egli comincia a scorgere una cassettina cerchiata di ferro; e già si affretta a trarla fuori, quand’essa si ficca più giù nel terreno. Lui si affanna a ghermirla, e più lui si affanna e più la cassetta sprofonda. Alle sue spalle si udì una risata, che somigliava meglio a sibilo di serpe.

— No! tu non avrai l’oro, se prima non ti procuri sangue umano, — disse la strega, conducendogli inanzi un bambino di sei anni, coperto di un bianco lenzuolo, e con un cenno fece comprendere a Piero di dovergli mozzar la testa.

Il giovane restò impietrito. Non doveva solo mozzar la testa a un essere umano, ma quell’essere era un bambino innocente...

Sdegnato, strappò il lenzuolo che copriva il fanciullo, e che vide mai? Ivas...

Il povero piccino aveva le manine conserte al petto e la testa china!... Fuor di sè, Piero si lanciò col coltello sulla strega, e già levava la mano...

— E la promessa fatta per ottener la ragazza?... — chiese Basavriuk con voce tonante, che picchiò come una palla la schiena di Piero.

La strega battè il piede. Sorse di terra una fiammata azzurra, che rischiarò quel luogo: il suolo diventò trasparente come cristallo, e quanto era lì sotto divenne pur visibile come sulla palma della mano. Laggiù, sotto ai suoi piedi, si vedevano scudi, pietre preziose, ammucchiati in casse, in caldaie... gli occhi di Piero avvamparono; gli girava la testa, torva. Folle, strinse il coltello... e il sangue innocente gli schizzò sul viso.

D’ogni parte echeggiarono diaboliche risa; mostri spaventevoli balzarono a torme davanti a lui. La strega, ficcando gli artigli nel corpo decapitato, ne bevve il sangue come una lupa... Tutto nella testa di Piero girò a turbine; raccogliendo le forze, egli si dette a fuggire, mentre ogni cosa d’inanzi gli si colorava di vermiglio. Gli alberi insanguinati divampavan gemendo; il cielo di bracia tremava... Frappe di fuoco come folgori gli passavan balenando sugli occhi. Stremato di forze, egli rientrò correndo nella sua capanna, e, come un covone, cadde sull’impiantito. E subito, fu colto da un sonno di morte.

Due giorni e due notti Piero dormì senza destarsi: al