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12 | DOMENICO CIÀMPOLI |
Tali criteri di casta e di oscurantismo facevano parer geniali le spettacolose produzioni di un Kukolnik, il fantastico pazzesco di un Marlinskij e l’ampollosità di un Benediktov, e non permettevano che si sapesse nulla della irragionevole plebe.
È qui apparve chiaro che il tempo della letteratura aristocratica era finito.
Rapidamente sorsero, l’un dopo l’altro, scrittori appartenenti al medio e perfino al basso ceto, i quali produssero un cambiamento nel gusto e nelle idee dominanti. Polevoi, Nadezdin, Belinskij, Gogol, Kolicov... Occorre ancora dimostrare che era proprio giunto il tempo di aggiungere al fiume aristocratico una fresca corrente democratica?
Senza il mercante Polevoi, forse sarebbe stato impossibile il figlio di un medico condotto. Belinskij: eppure Belinskij è diventato il Lessing russo. Il mercante di bestiame Kolicov e il cosacco ruteno Gogol — poichè, secondo il suo modo di pensare, fu cosacco ed asceta — prepararono quella corrente democratica, amica del popolo, a cui sono da riferire tanto la scuola poetica realistica del presente, come la critica sociale di Belinskij e dei suoi seguaci.
Non è affatto conditio sine qua non, che il realista scelga a soggetto solo i bassi strati della società, lasciando da parte il gran mondo, come romantico. Ma in Russia, la muraglia della Cina, eretta fra gli interessi e il grado di coltura dell’alto e del basso ceto, portò con sè la conseguenza che il realismo cominciasse con la descrizione della plebe e dei costumi popolari.
Al tempo della reazione politica e del dominio del romanticismo bizzarro, che agitavasi solo nei salotti o... in Oriente, fu grande l’audacia di descrivere lo stato del popolo russo. Ciò non poteva, come si opinava, produr null’altro che rozzezza e trivialità. D’altra parte, dati i pochi rapporti degli scrittori con la vita popolare, era naturale che le descrizioni ben poco rispondessero alla realtà, che fossero cioè fatte secondo lo stesso canovaccio romantico. Infatti, furono di tal sorta i racconti del più tardi famoso storico e panslavista M. P. Pogodin, che col titolo di «Il mendicante», «La sposa sulla fiera», ecc., come i primi immaturi tentativi del realismo democratico dipendono troppo dal sentimentale romanticismo della scuola di Karamzin. Anche gli altri contemporanei e compagni di lotta di Gogol (come B. Weltmann, Dahl) non uscirono da una sentimen-