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NOVELLE 131

la vita lui non mentiva mai, e ciò che narrava era avvenuto addirittura tale e quale.

Ora vo’ raccontarvi appunto una di codeste storie singolari. So che al mondo ci sono tanti ragionatori, magari scrittori pubblici, saputi anche nel leggere i caratteri laici1, a’ quali poi è inutile metter fra mano il semplice breviario, perchè non vi distinguono neppure il bianco dal nero; e so pure ch’essi son sempre pronti a rider di voi e a mostravi i denti senza punto vergogna... Ogni cosa che raccontate loro li fa ridere. Ecco a quale estremo si è sparsa ormai la incredulità! Così, lo credereste? (Dio e la Vergine santa mi condannino, se così non è), un giorno io parlava di streghe a certa gente, ed eccoti un giovialone a dire che lui alle streghe non ci credeva.

Sì, posso dirlo a ragion veduta; ne ho incontrati sulla mia via di codesti increduli, ai quali costa il mentire in confessione men che a noi il gustare una presa di tabacco. Naturalmente, a costoro le streghe non han mai fatto paura. Ma se d’improvviso balzi loro davanti... tremo anche a nominarlo... Via! Non val la pena di badar a simile gente.

Sono oramai più di cent’anni, diceva il mio defunto nonno, e non v’è anima che avrebbe potuto riconoscere il nostro villaggio; un casale, il più misero casale. Una diecina di capanne, neppur imbiancate a calce, mal coperte, si alzavano qua e là in mezzo al campo. Non siepi, non tettoie da riparare alla peggio il bestiame e i carri, e dire che erano i ricchi a abitare quei tuguri; se aveste veduto noialtri poveri! Un buco, uno speco scavato nella terra, era la capanna nostra. Solo dal fumo si poteva capire che una creatura umana vivesse laggiù. Voi mi chiederete, forse, perchè le cose andassero così. Non si trattava proprio di povertà, poichè di quel tempo quasi tutti facevano i liberi cosacchi e andavano a raccogliere ogni ben di Dio di là dalle terre nostre; si trattava invece dell’idea che era inutile costruir case migliori. E che figuri non vi si vedevano gironzare! Tatari, polacchi, lituani. Anche gli Ukraini venivan a bande per saccheggiare i loro. C’era da aspettarsene da’ quattro venti.

  1. I libri di devozione ed ecclesiastici, in Russia sono scritti in caratteri slavonici, coi quali si cominciava a leggere un tempo e la cui conoscenza costituiva un titolo di cultura superiore fra il popolo.