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NOVELLE | 121 |
— Guarda: le sacre lettere del libro son coperte di sangue... Non v’è stato ancora al mondo un simile peccatore.
— Padre, tu ti beffi di me.
— Va’, maledetto, scellerato! Io non ti beffo. Io sono in preda al terrore. Non è bene per l’uomo il trovarsi con te!
— No, no, tu scherzi, non dir di no... Ti vedo semiaprir la bocca; son due file bianche i tuoi denti...
E, preso dall’ira, irruppe... e uccise il santo eremita.
Egli sentì allora un’ineffabile paura. Con suo stupore, tutto si scompigliò; udiva negli orecchi, nella testa, strepito come di briaco e quanto gli si trovava davanti parve coperto d’un velo.
Balzando sul cavallo, galoppò diritto verso Kanev, credendo così, col traversare il paese dei circassi, di raggiungere quel dei tatari e della Crimea, senza sapere addirittura perchè. Galoppò, galoppò due giorni interi senza che Kanev apparisse. La strada era quella, e da un pezzo avrebbe dovuto raggiunger la città; ma punto Kanev sull’orizzonte. Lontano lontano, brillarono i campanili delle chiese. Non era Kanev, ma Gumak. Lo stregone fu sorpreso dell’aver viaggiato proprio in senso inverso. Spinse il cavallo verso Kiev, e dopo una lunga giornata, vide apparire una città. Non era Kiev, ma Galic, città ancora più lontana di Kiev, di Cumak, e prossima agli ungheresi. Non sapendo che fare, volse indietro il cavallo; ma sentì novellamente d’andare in senso opposto e pur sempre avanti.
Non è penna umana che possa narrar quanto avveniva nell’animo dello stregone; e se persona al mondo lo avesse veduto, non avrebbe più dormito una sola notte, nè sorriso più mai neppure una volta. Non era furore, paura, dispetto. In terra non è parola per esprimer codesto. Gli pareva bollire, ardere, avrebbe voluto pestare il globo sotto gli zoccoli del suo cavallo; afferrar tutta la terra, da Kiev a Galic, cogli abitanti, con ogni cosa, e lanciarla nel Mar Nero. Ma non voleva far ciò per cattiveria; no; lui stesso non sapeva perchè. Rabbrividì per tutte le fibre, quando gli si drizzaron davanti i monti Karpati e l’alto Krivan, coperto da una nuvola grigia, come da un cappello. Ma il cavallo, infuriando, lo trasportò verso le montagne. Le nuvole sparvero d’improvviso, e il gran cavaliere gli apparve, spaventoso...