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NOVELLE 119


Un mattino, di buon’ora, giunse un ospite di alta statura, in gabbano rosso, che chiese del pan Danilo; ascoltò tutta la storia, si asciugò con la manica gli occhi lacrimosi e scrollò le spalle. Lui aveva combattuto liceva, col defunto Burulebas; avevan guerreggiato insieme contro i crimeesi e i turchi; non avrebbe mai supposto che il pan Danilo facesse quella fine. L’ospite raccontò ancora molte altre cose e chiese di veder la pania Caterina.

Caterina non ascoltò sulle prime quel che diceva l’ospite; parve alla fine tuttavia intenta a quelle parole, come persona savia. Egli narrò come vivessero insieme Danilo e lui, quasi due fratelli, come sfuggirono ai crimeesi una volta nascondendosi nel fieno... Caterina ascoltava tutto ciò, fissandolo sempre cogli occhi.

— Ella risorge! — pensarono i giovinotti guardandosi: — quest’ospite la guarisce. Ve’, lei ascolta, come persona ragionevole.

L’ospite cominciò a raccontare, fra le altre cose, che il pan Danilo, un giorno che si trattenevano a cuore aperto, gli avesse detto: «Odi, fratello Kopriano: quando per la volontà di Dio, io non sarò più in questo mondo, prendi la mia moglie teco, e fanne tua moglie».

Caterina fissò ancora intensamente gli occhi di lui.

— Ah! — gridò: — è lui, è mio padre! — E gli si gettò contro col pugnale brandito... Egli lottò a lungo, sforzandosi di strapparle il ferro; alla fine l’afferrò, levò la mano... e allora avvenne una cosa spaventevole: il padre colpì la figlia folle.

I cosacchi sbalorditi gli si lanciaron contro; ma lo stregone aveva avuto il tempo di balzar sul suo cavallo e di scomparire ai loro sguardi.


XIV.

Avvenne a Kiev un inaudito prodigio. Tutti i panij e gli estranei accorsero ad ammirarlo; l’orizzonte si restrinse e si potette vedere a occhio nudo sino ai confini del mondo. Di lontano si scorgeva la linea azzurra del Liman, e, dietro, il Mare Nero. Le persone colte riconobbero anche la Crimea, sorgente dal mare come una montagna, e il fungoso Sivas.