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werther. | 93 |
prei dire; so ch’erano le due dopo mezzanotte, quando m’andai a co-
Spirito Creatore! più che i pianeti creati, più che le pleiadi che’ebbero vita da un torrente di raggi!
Ma tu, o insetto della Primavera, che in veste d’oro e di smeraldo, ti trastulli vicino a me, tu vivi — ed oh! non sei forse immortale?
Io sono uscito per adorare — e piango! Perdona, perdona anche questa lagrima all’essere finito, tu che ancor non esisti!
Tu mi solverai ogni dubbio, Tu che mi guiderai un giorno a traverso l’oscura vallea della morte! Io saprò allora se l’aureo insetto aveva un’anima.
Oh, se tu non sei che plasmata polve, figlio del maggio, torna volubil polve, o ciò che piaccia altrimenti all’Eterno!
Venite, o lagrime di gioia, venite ad irrorarmi ancora la pupilla! Oh arpa mia, esalta il Signore!
Velata un’altra volta, tutta velata di palme è l’arpa mia; io canto il Signore. — E qui son io: e intorno a me tutto è onnipotenza e meraviglia — tutto!
Ed io contemplo con profonda reverenza il creato, però che tu, o Senza-nome, tu lo creasti!
O aurette, che mi aleggiate dintorno e spirate una soave frescura sul mio volto info-