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aria piacevole, diffusa sovra un volto che non potea più vantare la freschezza della gioventù, m’avea dato un cotal po’ nell’occhio. Guardò sorridendo Carlotta, appena ci vide, e sollevando in atto di minaccia il dito, proferì, nel passare dinanzi a noi, due volte il nome di un Alberto con misterioso accento.

«E chi è codesto Alberto — chiesi allora a Carlotta — se la domanda non è troppo in ardita?» — Ella stava già in procinto di rispondermi, allorchè fu forza separarci per formare una nuova figura: nel riaccostarmi a lei, per incrociare, mi parve di scorgere una lieve nube attraversarle la fronte. — «Sì, e perchè io ve l’occulterei? — mi disse ella, porgendomi la mano per passeggiare — Alberto è un onest’uomo,