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s’arrivò alla villa, ed io scesi dal legno, tutto trasognato, tutto ravvolto in un mondo di visioni, tanto che appena udii la musica che dalle sale illuminate ci risuonava festivamente incontro.

I due signori Audran, e un certo N. N. — chi mai può ritener tanti nomi? — ch’erano i ballerini della cugina e di Carlotta, ci ricevettero alla portiera, s’impossessarono delle loro donne, ed io condussi la mia.

Si ballava un minuetto. Io invitai, una dopo l’altra, tutte le signore astanti, e notai ch’erano appunto le più sgraziate tra esse che si ricusavano di venire a compiere le figure. Carlotta e il suo ballerino diedero principio ad una danza inglese: inutile descriverti la mia gioia nel vederla entrare a