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mente di mio gusto. E per esser tale voglio trovarvi, scorrendolo, il mio mondo — un mondo, in cui le faccende camminino come nel mondo reale; voglio che la storia mi riesca interessante e cara come la mia vita domestica, che ben può non essere un paradiso, ma pure, alla fin fine, è per me una sorgente d’indicibile contentezza.»
A queste parole io mi sforzai, quanto m’era possibile, di celare i miei moti. Ma non durò lungo tempo; perchè avendola udita favellare con tanta verità del Vicario di Wakefield1, e dei romanzi di *** e di ***2, il mio proposito m’abban-