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Accolsi quella notizia con discreta noncuranza.

Mancava forse ancora un quarto d’ora al tramonto, allorquando si fu alla porta del casino. Era una giornata soffocante, e le signore mostrarono qualche apprensione d’un vicino temporale, cui sembravano minacciare certi nuvoli cupi, d’un grigio biancastro, che andavano accavallandosi all’orizzonte. Benchè cominciassi anch’io a presentire che la nostra festa avrebbe patito qualche brutto giuoco, dissimulai, e spacciandola da uomo che sa pronosticare del tempo, mi diedi a rinfrancarle.

Io era smontato, in quel mezzo; ed una fantesca ch’era venuta al portone, ci pregò d’aver pazienza per alcuni minuti che la signora Carlotta sarebbe tosto discesa. Tra-