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sovente a visitare la famigliuola. I fanciulli si sono addomesticati con me; io distribuisco tra loro lo zucchero, quando piglio il caffè, e divido con essi il pane affiorato e la giuncata, che compongono la mia cena. Alle domeniche ei s’hanno i miei spiccioli; e s’io non ci sono, all’ora de’ vespri, l’ostessa ha ordine di regalarli a mio nome. A poco a poco abbiamo stretto amicizia, e mi si mostrano confidenti, e mi raccontano ogni sorta di cose. Ma ciò che sopra tutto mi diletta in essi, sono le loro piccole passioni, e quell’ingenuo sfogo con cui tradiscono i loro desidèri, quando fanno raunata cogli altri ragazzi del villaggio.

E m’è costato un bel che a persuadere la madre che i fanciulli non davano il minimo disturbo a