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46 | werther. |
la vista del luminare che ci pende sul capo — chi considera queste cose si tace, e viene architettando da sè il suo proprio mondo, felice anch’egli, perocchè anch’egli è uomo. Nè per limiti che lo angustino, gli scema nel cuore il dolce sentimento della libertà, e il pensiero che questo carcere ei può abbandonarlo ogni qual volta gli torni.
26 maggio.
Tu sai da un pezzo com’io soglia piantare, a così dire, le mie tende; com’io mi guardi dattorno a cercare la mia capannuccia in un luogo romito, e ci viva poi con tutta parsimonia. Però anche qui mi sono trovato il mio nido, un cantuccio di terra che m’ha dato nella cruna del genio.