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474 una coda non necessaria,

della Terra, ci autorizza ad arguirlo.

Non certo chi miri la tanta diseguaglianza, la tanta disparità delle condizioni umane e le infinite miserie e le infermità e i guai d’ogni natura, — che tuttodì, che ad ogni passo, s’affacciano al nostro sguardo, offendendo in noi il senso pudico della pietà — lo potrebbe.

Chè, se noi ci facciamo a meditare con calma l’arcano problema, due modi soltanto ci si parano innanzi di soluzione:

O negar Dio, ne’ suoi più incliti attributi — e commiserare, o bestemmiare nel mondo un fatale aggregato di molecole e d’atomi, su cui, inscienti ed assolute, imperano la Forza e la Fortuna;

O concludere nell’idea che la contentezza e il dolore, gli agi e la povertà, costituiscono altrettante circostanze — necessarie ed essenziali — poichè a Dio non è piaciuto di crearci di