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ma non forse inutile. 473

evoluzioni o mezzi atti a conseguirla: stromenti, le facoltà morali d’ogni individuo rette dal libero arbitrio.

Dopo simiglianti premesse, che cosa diventa, nella fase Uomo, il suicidio?

Che l’esistenza corporea ci sia concessa a «beneficio nostro,» come sillogizza l’Ortis, è più che nessun mortale possa affermare: nulla almeno di quanto ci attornia, in questo globo

    cibo, a diradarsi intorno le tenebre, a scaldarsi, a tener lontane le fiere. Le investigazioni dei Naturalisti intorno agli animali senza parola, c’inducono, d’altra parte, a questa singolare osservazione, che, man mano che l’uomo venne raffinando e forbendo i suoi costumi, man mano ch’ei venne accostandosi alla geniale e stabile convivenza della famiglia, ai santi talami della fratellanza civile, non pure andarono scomparendo dalla faccia della Terra le più infeste famiglie di carnivori, ma quelle che sopravvissero al cataclisma, come, ad esempio, tra i mammiferi, l’orso, la tigre, la iena, l’elefante, il rinoceronte, modificarono d’assai le loro estrinseche forme, e in quella trasformazione perdettero insieme gran parte della loro primitiva ferocia, della loro, sto per dire, terribilità.