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472 una coda non necessaria,

camminare verso la sua perfezione individuale — in necessaria armonia col disegno generale della creazione degli esseri, o in altre parole, col tipo perfezionale dell’Essere collettivo — che noi, per inopia di linguaggio, non sappiamo di che nome battezzare.

E perciò, prefissa ad ultimo termine la perfezione, le trasformazioni dello spirito altro non sarebbero se non

    plastiche degli animali, più propriamente detti, e degli uomini che lo popolano. Gl’isolani della Nuova Olanda, gli Australi in genere, i Boschiman, gli Esquimesi, le schiatte insomma più basse della scala antropologica, che oggidì esistono, per quanto diseredate, esibiscono nondimeno un innegabile miglioramento delle facoltà intellettuali dell’uomo primordiale, che visse durante l’epoca della pietra: Uomo, che per lunghissimo tempo — forse per qualche secolo — non fu avvertito del fuoco se non dal guizzo dei fulmini e dal fiammeggiare dei vulcani, senza impararne la produzione e l’uso non altrimenti che le scimmie; mentre oggi non v’ha selvaggio che coll’attrito di due fuscelli di legno arido non sappia eccitare la provvida scintilla che gli serve ad allestirsi il