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ma non forse inutile. 459

cade nel dominio de’ nostri imperfettissimi sensi, perchè non è vassallo della materia, perchè non s’aggira negli spazii del finito — codesto vincolo, infine, sussista nell’uomo tra il suo corpo e il suo spirito?

Ebbene, noi saremo ancora conseguenti a noi stessi, ammettendo altresì quest’altra logica conclusione: che i rimedii, indicati a sopportare i mali morali, debbono giovare a sopportare altresì i mali fisici. Taccio che la fortezza d’animo si stimò, anche dagli Antichi, bastante a indurare il corpo contro i dolori che l’assaltano. Nella storia di questi ultimi venticinque anni, per non dir d’altri tempi, quanti esempi non diedero di codesta virtù i nostri patrioti d’ogni parte d’Italia, sostenendo con dignitosa rassegnazione le turpi torture della cuffia del silenzio e del bastone?

E la fortezza d’animo — l’abbiamo già dichiarato — quando non è virtù