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ma non forse inutile. 441

La fuga, la vittoria,
La reggia, il triste esiglio:
Due volte nella polvere,
Due volte sugli altar!»


E però, oggi che la disperazione del suicidio par che venga aumentando ogni dì più il funereo numero delle sue vittime, codesto esempio del più avventurato e del più infelice, a un tempo, dei mortali d’ogni secolo, qual fu senza verun dubbio, nelle sue rapidissime vicende di prosperità e di miseria, il primo Napoleone — quest’uomo, che per una stranissima coincidenza, al par di Nerone, non volle, per lunghi anni, dal volgo esser creduto morto, — è l’argomento più eloquente, che nella via dei fatti possa mettersi innanzi a chi, esagerando i proprii infortunii, e farneticandoli senza riscontro sulla terra, s’immagina di poter decretare a sè medesimo il diritto di seppellirli col corpo.

Ma se l’esempio di Napoleone gio-