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38 | werther. |
gnino danze, le sensazione ch’io ne ritraggo mi fanno un bene infinito. Vero è che deggio intanto obliare come dentro di me dormano molte altre facoltà, che irrugginiscono tutte, per non essere esercitate, e che mi è forza occultare con ogni ingegno. E con che strazio del cuore! — Ma è destino di noi tutti d’essere scompresi.
Oh, perchè l’amica della mia giovinezza è andata? perchè l’ho io mai conosciuta? Sto per dire a me stesso: tu sei un pazzo, tu vai cercando ciò che quaggiù non può trovarsi. Ma e non l’ho io posseduta quella fortuna? non ho io sentito battere il suo cuore? il cuore di quella grande anima, al cospetto della quale io pareva a me stesso da più che realmente