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ma non forse inutile. 433

Di terror non dicesse: — Oltre la polve
C’è ancor qualcosa? — La segreta landa,
D’onde non miri pellegrin che torni,
Fa tremare il voler, perchè peniamo
Il duol dell’oggi anzi che ai duoli oscuri
D’un oscuro domani avventurarci.»


Amleto è perplesso, il suicidio non gli addormenta nell’animo i dubbi; l’inesplorata terra, che si stende di là dal sepolcro, e d’onde nessun viaggiatore è tornato, gli dà a pensare: — «meglio — egli finisce a conchiudere — meglio sopportare i mali che conosciamo, che i mali che ci sono ignoti.» — È una morale, che non viene da molto alto; ma basta a trattenerci sull’orlo del percipizio, facendoci riflettere, se non sul diritto di disporre dell’esistenza, sulla convenienza almeno di togliercela selvaggiamente. Ad ogni modo non è un ateo che discute: è un uomo, che implicitamente crede in un principio immateriale, vivente in noi, e che con noi non

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