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werther. | 417 |
e s’avviò nella stanza contigua in uno stato d’indicibile perplessità. Il suo cuore le prediceva ogni orrore. Era sul punto di gittarsi ai piedi del marito, e rivelargli ogni cosa, la scena della sera antecedente, e la propria colpa e i suoi neri presentimenti; ma poi capì che a nulla avrebbe riuscito quella confessione, nè poteva illudersi a sperare ch’ei si lascerebbe indurre a recarsi dall’amico. In quel mezzo fu apparecchiata la tavola, e un’amica ch’era venuta per qualche sua faccenduola, protestando di volersene subito andare, essendo pur rimasta a cena, la conversazione divenne insoffribilmente noiosa. Era un parlare forzato, un novellìo sbiadito, un discorrere scucitamente, alla rinfusa.
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