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werther. | 415 |
seguì nello studio, siccome spesso solea fare. Lo trovò che stava dissuggellando e leggendo i pieghi arrivati. Alcuni tra essi non sembravano racchiudere cose gran fatto piacevoli. Ella avventurò qualche domanda; ma s’ebbe risposte brevissime, dopo di che ei si pose subito a scrivere.
Era trascorsa così un’ora in silenzio, e l’animo di Carlotta si era fatto sempre più oscuro. Sentì come le riuscirebbe malagevole lo aprirsi a suo marito, quando pur fosse stato nella migliore disposizione di spirito, per confidargli ciò che le pesava sì mestamente sul cuore. Cadde, adunque, senza avvedersi, in una tristezza tanto più desolante, ch’ella studiavasi a tutto potere di tenerla nascosta, divorando dentro di sè le sue lagrime.