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404 | werther. |
amica, ch’era stata ogni cosa alla mia tenera giovinezza: ella moriva, ed io venni dietro al suo cadavere, e stetti intorno alla sua tomba: vidi calare il feretro, udii lo strascico delle corde che rimontavano dall’abisso — ed echeggiar sordamente sul percosso legno la prima palata di terra — e un’altra — e un’altra ancora — e farsi via via più cupo il tetro suono, finchè la buca fu colma! E allora, coll’anima lacerata, sanguinente, oppressa da un amaro accoramento, mi precipitai su quell’amato sepolcro — e cercai — cercai indarno il significato di questa parola, dolorosamente arcana: Morire!
Deh, perdona, o mia gentile, perdona all’amico tuo i suoi trasporti d’ieri! Era il momento di morire — e non l’ho fatto. O angelo