inondò gli occhi di Carlotta, aprendo uno sfogo al suo cuore oppresso interruppe Werther nella sua lettura. Egli gittò lo scritto, afferrò la mano di lei, e proruppe in amarissimo pianto. Carlotta reclinò la faccia nell’altra mano, e la nascose nella pezzuola. Quel moto d’entrambi fu terribile. Sentivano tutta la loro sciagura nella sciagura di quei magnanimi, e le loro lagrime sgorgavano insieme, confuse insieme in un solo pensiero. Le labbra e gli occhi di Werther posavano ardenti sul braccio di Carlotta: un brivido le guizzò per le vene: voleva allontanarsi — e non poteva. Il dolore e la simpatia la tenevano affascinata, immobile a quel posto, come se un peso di piombo le gravasse le membra tutte quante e le ottun-