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394 | werther. |
spumando, dalla collina, e lo coprì — e non sorse.
Solitario, sulla roccia flagellata dai marosi, volò il lamento della figlia mia. Alte e frequenti erano le sue strida; ma il padre non potè redimere la figlia sua. Passai la notte sulla spiaggia: io la vedeva al fioco raggio della luna: udii il suo lamento tutta la notte: fischiava il vento, la pioggia battea furiosa contro la montagna. La voce di Daura s’infievolì, prima che l’alba apparisse: andò mano mano spegnendosi come la brezza vespertina in mezzo all’erbe della rupe. Ella morì nell’angoscia, e ti lasciò deserto, o Arminio. La mia vigoria in guerra è spenta, caduto è il mio orgoglio tra le fanciulle.
Allor che le procelle vengono dal monte, allor che borea solleva