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werther. 387

gianti di musco. Un albero sfrondato, e la lunga erba, tra cui fischia il vento, accennano allo sguardo del cacciatore la tomba del potente Morar. Morar! tu sei caduto davvero in basso. Tu non hai madre che ti pianga, non hai fanciulla che versi la lagrima dell’amore. Morta è colei che ti diè il lume del giorno, prostrata è la figlia di Morglan.

Chi è costui, che sen viene appoggiato al suo bastone? Il suo capo è bianco dagli anni; i suoi occhi sono rossi di lagrime; egli trema ad ogni passo. Egli è tuo padre, o Morar; il padre che non ebbe in terra altro figliuolo. Egli udì la tua fama nelle battaglie; udì di nemici dispersi; udì la gloria di Morar. Oh! perchè nulla della tua ferita? Piangi, o padre di Morar,