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werther. | 383 |
amici miei: diletti erano a Colma gli amici.
Quest’era la tua canzone, o Minona, vereconda figlia di Torman. E le nostre lagrime scorrevano sulla sorte di Colma, e le anime nostre erano meste.
Venne Ullino coll’arpa e cantò il canto d’Alpino. — La voce d’Alpino era soave: l’anima di Rino una vampa di fuoco. Ma già ambedue dormivano nella loro angusta dimora: la loro voce s’era spenta in Selma. Tornava Ullino un dì dalle cacce, prima che perissero gli eroi. Egli aveva udito la gara dei loro canti sulla collina. La loro canzone era dolce, ma triste. Piangevano la caduta di Morar, il primo degli uomini mortali. L’anima sua era come l’anima di Fingal, la sua spada come la spada d’Oscar. —