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380 | werther. |
tra; ma noi non siamo nemici, o Salgar!
Taci un istante, o vento! un solo istante, o torrente! lasciate che la mia voce risuoni attraverso la valle, e quel mio errante m’intenda! Salgar! è Colma che ti chiama: ecco qui l’albero e la roccia. Salgar, amato mio, io sono qui; perchè t’indugi tanto?
Mira! la luna appare, l’onda risplende nel mezzo della valle; tutte le balze son grigie su per l’erta del colle. Ma l’occhio mio non lo discerne in sull’altura; i suoi bracchi non lo precedono, annunziando coi latrati la sua venuta. Io debbo starmi qui tutta sola.
Chi sono coloro che giacciono prostesi accanto a me sulla spiaggia? Sono essi l’amor mio e il mio fratello? Parlate a me, o amici