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cameriera nella stanza attigua, in qualche lavoro d’ago; ma poi mutò subito pensiero. Werther passeggiava il silenzio: Carlotta si adagiò al cembalo, e pose mano ad un minuetto; ma era svagata, e scontinuò: indi, presumendosi abbastanza forte, s’alzò e andò a porsi, con animo pacato, vicino a Werther, che s’era in quel mezzo seduto al suo solito posto sul sofà.
«Non avete nulla da leggere?» — domandò ella. — Non avea nulla. — «Qui, nel cassetto — soggiunse — c’è la vostra traduzione d’alcuni canti dell’Ossian; io non li ho letti ancora, sperando sempre di sentirmeli recitare da voi; ma non so perchè, non s’è mai trovato il destro.» — Egli sorrise, andò a pigliare, con una specie di brivido, quei fram-