Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
werther. | 365 |
coricato; e ora, dopo la quiete del sonno, esso è qui tuttavia nel mio cuore — e mi par che mi chiami.
No, non è disperazione: è certezza che il mio tempo è compiuto, e che io debbo offrirti l’olocausto della mia vita. Povera Carlotta, perchè tacerti questa verità? uno di noi tre deve sparire dal circolo — e quell’uno sarò io. O donna! in questo cuore, sbranato dai furori della passione, sai tu quai truci divisamenti hanno insanito spesso d’uccidere il marito tuo?... d’uccider te?... d’uccidere me stesso? E sia. — Allorchè i tuoi passi ti condurranno, in una bella sera d’estate, sul monte, sovvengati di me; com’io veniva sovente a te, salendo dalla valle, — e cerca cogli occhi il cimitero — e la mia sepoltura,