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gio, e ti si para dinanzi un andito, che per venti scalini ti conduce a un luogo, dove le più limpide onde zampillano fuor del vivo della roccia. Il piccolo muro che gira intorno ad esse, gli alti alberi che le ombreggiano, la frescura del sito, tutto qui ha un non so che di magico e d’attraente. Non v’è giorno ch’io non venga a sedermi su queste verdi zolle e a trastullarmi

    da un re d’Albania e da una fata. Paracelso ne fece una ninfa; ma i più la vogliono una fata potente, che si unì in connubio con un principe della casa de’ Lusignani. Avea forme umane, ma a certi giorni era obbligata a comparire con aspetto a metà di donna e metà di pesce; ond’è che, in quelle condizioni, essa industriavasi di tenersi occulta al marito ed ai servi della casa. Nondimeno, un giorno che il marito, stimolato dalla curiosità di sapere che mai facesse Melusina nel suo ritiro, s’avvisò d’entrare improvviso nelle stanze di lei, la vide trastullarsi entro a un vaso d’acqua, tramutata in sembianze, in cui non avevala mai prima veduta. Senza lasciargli tempo di mostrare la sua sorpresa, Melusina,