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per avventura i termini; in cui egli era con Alberto allora.


«Che giova ridire a me stesso che egli è un uomo onesto e dabbene? È una confessione che mi dilania le viscere: no, m’è impossibile esser giusto.»


Come la sera era mite, e il tempo inclinava al molle, Carlotta se ne tornò a piedi con Alberto. Per via, ell’andava guatandosi dattorno, quasi sentisse la mancanza di Werther. Alberto prese a discorrere di lui: lo censurò, ma senza far torto alle sue buone qualità. Poi toccò della sua malaugurata passione, e fe’ sentire il desiderio ch’ei si allontanasse. «Lo bramo anche per noi — soggiunse egli — ed io ti prego di