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scritte in quel medesimo giorno. E sono queste:
«No, infelice, tu non puoi esser salvo! Noi non possiamo esser salvi: ora lo veggo, lo intendo.»
Ciò che Alberto aveva detto, nella faccenda del famiglio, in presenza del sindaco, era riuscito sommamente spiacevole a Werther. Credette di scorgere qualche risentimento verso la propria persona; e quantunque, ponderando, non isfuggisse al suo buon senso come entrambi avessero perfettamente ragione, gli repugnava ciò nullameno di convenirne; preoccupato, com’era il suo spirito, da strazianti riflessioni.
Ecco un’altra memoria, che si riferisce a questi giorni, e spiega