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in qualunque modo, si sottraggono all’ordinaria tessitura.

Lo sconforto e il tedio s’erano andati sempre più addensando nell’anima di Werther, fin che, da ultimo, tutto l’esser suo ne fu padroneggiato con ferrea disciplina. L’armonia delle sue facoltà era intieramente distrutta: una morale arsura, un’interna tempesta di cose rabbuffarono le forze della sua natura, e partorirono effetti e conseguenze disastrosissime.

Affranto dalla lotta, tese convulso ogni nervo per non soggiacere. Ma gli angosciosi conati spensero le ultime fiamme della mente, consumarono a grado a grado la sua vivacità, il suo vigore, la potenza del suo vedere: ed egli andò facendosi ognor più mesto,