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322 werther.

qui! nè io potrei spiegarti il come. S’io chiudo gli occhi mi stanno innanzi: e sono dentro di me, e riempiono tutti i sensi della mia fronte: e mi par di contemplare una voragine.

Che cosa è l’uomo, questo vantato semidio? E non gli vengono meno le forze, là dove appunto gli sono più necessarie? E quand’egli si gonfia nella gioia, o affonda nel dolore, non si sente egli ricondotto alla fredda, inesorabile coscienza di sè medesimo, mentr’egli anela a smarrirsi negli spazii dell’infinito?