ria. E leggo sull’austera fronte la cupa ambascia che lo divora, e scerno da lontano, estenuato dal lungo cammino della vita, appressarsi malfermo alla tomba quell’ultimo degli eroi, lasciato deserto e solo col suo gran cuore, fra i triboli del sentiero: e com’ei sugga, dall’impotente presenza delle ombre de’ suoi cari, l’alito di gioie amaramente ardenti — e sogguardi alla gelida terra, e alla folta erba ondeggiante, gridando per entro alla quiete della notte: Verrà, verrà il viandante, che mi conobbe nella mia bellezza, e chiederà d’intorno: dov’è il cantore? dov’è l’illustre figliuolo di Fingallo? Il suo piede calpesterà il mio sepolcro, e mi cercherà invanamente sulla faccia della terra1.
- ↑ Allude forse l’autore a questo passo del