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terra. Io odo dalla montagna venir col ruggito del torrente il fioco gemito degli spiriti, che si querelano nei loro antri, e gli angosciati sospiri e le dolenti note della smorta donzella, che ripiange ogni sera intorno alle pietre, cespugliose d’erba e di musco, la morte del suo fido, prostrato nelle battaglie. E m’incontro nel canuto bardo errante, che va cercando, per l’eriche della vasta landa, le orme de’ suoi padri, e non trova che i loro grigi sepolcri, e solleva afflitto lo sguardo alla patetica stella del vespro, che s’immerge negli abissi dell’oceano, risuscitandogli nel petto le memorie de’ trascorsi tempi, allorchè l’amico raggio illuminava ancora ai valorosi i perigli della lotta, e la luna guidava in porto la nave, inghirlandata dalla vitto-